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My brief and lovely escape to Riviera del Conero

Audacemente abbiamo deciso di partire di venerdì santo sfidando i fondamenti di ingegneria civile sul traffico, il socio ACI e tutti coloro che amano le partenze intelligenti.

Siamo partiti da Roma alle 17 verso Castelfidardo che scherzando e ridendo dista 304 km, 3 ore e 14 minuti.

È venerdì santo e si vede, il GRA è un parcheggio. Optiamo per il centro, sembra un’immensa Via Crucis ma almeno è bello. Dopo un’ora siamo a scalo san Lorenzo con i morsi della fame, tardi per tardi facciamo una sosta sbagliata, prendiamo un panino con tutto e in un attimo sono le 19. In ritardo di 2 ore almeno sulla tabella di marcia.

Ma siamo in vacanza e domani Meteo3B dice che splende il sole.

Arriviamo a Castelfidardo alle 22.30, Paolo il nostro oste, ci attende al BB La finestra sul Conero. Il BB sorge sulle rovine di una casa colonica poco distante dal paese. La proprietà è della famiglia Merendoni, apprendiamo che l’ideatore del progetto è il sig. Getulio Merendoni, e già per questo nome da caratterista, e che “abbia o non abbia la barba, o la pancia” noi ci siamo affezionati.

Castelfidardo è nota per il museo della fisarmonica all’interno del palazzo comunale, noi l’abbiamo skippato per altre priorità. Il BB è stato molto valido, di default serve una colazione dolce con delle torte artigianali. Noi sognavamo la colazione di Pasqua con salami e torta al formaggio. Seguiamo il consiglio di Irene e andiamo al Forno Fior di Grano località Crocette frazione di Castelfidardo. Il panificio vende a peso d’oro ma ottima qualità. In un supermercato qualsiasi prendiamo un salame che strizza l’occhio alla nostra corallina.

A questo punto con gli occhi appagati possiamo dirigerci verso Sirolo.

Sirolo è una vera rivelazione. Arriviamo il più in basso possibile con la macchina e poi ci catapultiamo in spiaggia, il sole è alto e c’è gente in costume. Il vialetto che porta alla spiaggia è suggestivo tra cespugli che lasciano intravedere acqua color Tiffany. Decidiamo di accomodarci e farci accarezzare un po’.

Dopo aver goduto appieno torniamo verso il paese, l’architettura del centro storico è di impianto medievale. Si tratta infatti di un castello fortificato ed è molto suggestivo percorrere il suo dedalo di viuzze. Percorrendo il dedalo giungiamo ad una piazzetta guidati anche dal naso, è ora di pranzo e su questa piazzetta troviamo la Locanda Rocco. Menù interessante, con parecchio guizzo. Non è economico ma in zona si spende.

La tappa successiva è Numana. Il centro storico si trova nella parte detta Numana alta, su una falesia a picco sul mare, Numana bassa è la zona del porto turistico. La Costarella è una delle vie più tipiche di Numana. Si tratta di una suggestiva salitella ricoperta di gradini. Anche in questo caso la vista mare è magnifica. Purtroppo siamo a stomaco pieno poiché Lucia ci aveva consigliato La Torre, ci passiamo davanti, una terrazza a picco sul mare, certamente ne sarebbe valsa la pena.

A questo punto ci rechiamo a Loreto famosa per essere la sede della Basilica della Santa Casa, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del mondo cattolico. La città si è sviluppata intorno alla Basilica che ospita la reliquia della “Santa Casa” di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l’annuncio della nascita di Gesù.

Per proteggere questa importante traccia della cristianità, la chiesa e gli spazi circostanti furono costruiti come una fortezza. Una delle caratteristiche della Basilica della Santa Casa è che si tratta appunto di una chiesa fortificata.

Infatti venne costruito un camminamento di ronda coperto e sospeso su beccatelli in pietra lungo tutto il perimetro. Il progetto fu iniziato da Giuliano da Maiano e terminato poi da Pietro Amorosi.

Nel Museo Antico Tesoro della santa casa sono conservate le “tavolette di basso”, tavolette di legno raffiguranti immagini della cristianità. I marcatori usando queste tavolette e dei punteruoli tatuavano ai pellegrini i segni della loro devozione, così facendo potevano essere distinti dagli infedeli. Abbiamo scoperto che un tatuatore, Jona, riproduce tali tatuaggi usando tavolette in ottone fedeli a quelle della tradizione (www.tatuaggilauretani.it)

Il dì volge al vespro e per non farci parlare dietro raggiungiamo Recanati.

Recanati sorge, sulla vetta di un colle, l’ermo appunto tanto caro a Leopardi immaginiamo. Leopardi in paese è celebrato in tutte le salse, nella piazza del Sabato del villaggio, nella torre che ha ispirato Il Passero Solitario, nel parco dell’Infinito. Nelle vie del paese sono attaccate al muro frasi delle sue poesie in diverse lingue quasi a sottolineare il fatto che Leopardi lo devi sapere. Purtroppo, almeno noi, Leopardi non l’abbiamo mai veramente capito, complice il fatto che lo devi sapere, non l’abbiamo mai realmente saputo, ma quel pomeriggio camminando per Recanati leggendone le poesie ha assunto un altro sapore. Vi consiglio dunque di leggerlo con la consapevolezza di oggi, può essere un’esperienza interessante. Tanto più che leggendo ci siamo imbattuti in un racconto che a scuola non si studia, Dialogo della Natura e di un Islandese, consigliatissimo.

L’ultima tappa della giornata è Offagna.

Offagna, nominato uno dei borghi più belli d’Italia. Immagino sia un po’ come dire Approdo del Re.

Il giorno seguente come concordato con Irene la nostra tavola è imbandita dalla colazione.

Pasqualina come insegna la tradizione (aimè coratella grande assente). Pizza al formaggio, uova sode, panino, corallina. A pancia piena e con la schiscetta preparataci da Irene che non sia mai ci sciupiamo, andiamo verso Portonovo.

Per raggiungere Portonovo percorriamo distese di “daffodilli” che sembra di essere in Scozia, la giornata è uggiosa dunque davvero l’atmosfera è delle Highlands.

Giungiamo a destinazione, Portonovo è all’interno del parco del Conero, circondata da due laghetti salmastri. La spiaggia è di ciottoli bianchi e il mare profondamente turchese. La zona è piena di campeggi, noi purtroppo non avevamo considerato la possibilità.

La spiaggia è ricca di ristoranti, noi seguiamo il consiglio di Lucia ed andiamo diretti da “Emilia”, siamo praticamente dentro l’acqua e mangiamo divinamente spaghetti con i moscioli, le cozze selvatiche locali.

I sentieri che partono dalla spiaggia giungono a diversi punti d’interesse, Torre Clementina costruita per difendersi dai pirati, i laghetti naturali il Lago Profondo e il Lago Grande, la chiesa di Santa Maria di Portonovo (noi l’abbiamo trovata chiusa) , citata da Dante nella Divina Commedia, infine il fortino napoleonico visibile dalla spiaggia e diventato un hotel.

La riviera del Conero ci è sembrato essere nota solamente ad un turismo locale. Forse in agosto si riempie come il resto dell’Adriatico ma francamente al momento ci è sembrato un segreto ben custodito.

Per rendere omaggio alla Scozia e ai daffodils (ci piace pensare fossero narcisi ma non ne siamo sicuri), il mio tip musicale è Belle and Sebastian.

HASTA LA PROSSIMA

G.

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