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My lovely escape to Albania, land of eagles

L’estate 2019 ha visto tra i luoghi più inflazionati, almeno nella mia rosa, l’Albania. Erano anni che il paese delle aquile mi incuriosiva, e quest’estate, complici i pochi giorni di ferie, abbiamo deciso di esplorarlo. La scelta dell’itinerario non è stata facile a causa delle poche informazioni reperibili sul web sulla situazione di strade, autostrade etc. ma ho letto tutto, davvero tutto ciò che è in rete (ringrazio soprattutto Francesca, di Letters from the Balkans e la mia amica Erinda), e abbiamo messo a punto un buon itinerario (purtroppo senza includere Scutari).

Il mio viaggio si è svolto la seconda settimana di Settembre, dal 10 al 17, siamo arrivati a Tirana con un volo Alitalia alle 16 e abbiamo ritirato la nostra auto, precedentemente affittata dall’Italia, direttamente in aeroporto. L’ auto, una radicalissima Tata, che non ci ha mai lasciati soli.

Dall’aeroporto è stato facile giungere a Tirana, Google Maps ci ha assistito, ed in particolare al nostro B&B Vila 21. Il B&B si trova in una zona periferica ma molto vicina al centro, onesto nell’aspetto e gestito da ragazzi gentili e capaci che purtroppo hanno deciso di cedere l’attività. In particolare ci sono sembrati un pò disillusi, spiegandoci che in Albania c’è da fare ancora parecchia strada. Comunque noi ci siamo trovati benissimo.

Dopo aver preso la stanza abbiamo deciso di riprendere la macchina per andare ad esplorare. Abbiamo fatto una passeggiata per il centro della città raggiunto Piazza Skanderberg e siamo rimasti piacevolmente sorpresi in particolare dal BunkArt2 (museo all’interno di un bunker antiatomico nel centro di Tirana) e dalla via pedonale, Pedonalia appunto. Alla fine di Pedonalia si giunge a Kalaja e Tiranës, familja Toptani ovvero al castello di Tirana all’interno del quale si trovano caffè e ristoranti. La nostra scelta è stata un ristorante bio con materie prime di ottima qualità, Luga e Argiendte.

Il giorno successivo, dopo aver gustato un’ottima colazione, siamo andati a visitare il BunkArt1, il museo realizzato nel bunker più grande dell’Albania, alla periferia di Tirana. Occhio che in questo caso maps non ci ha assistito e scrivendo BunkArt1 ci ha portato a casa di uno che probabilmente ha chiamato casa sua così. Nonostante la lontananza però, BunkArt1 una visita la merita tutta. Inoltre giunti davanti all’ingresso del Bunker c’è una galleria che si può percorrere in macchina, molto molto divertente.

Successivamente siamo partiti alla volta del confine macedone, per esplorare il lago di Ohrid. Abbiamo alloggiato al camping Lin che offre anche delle camere con vista sul maestoso lago, spettacolare. Abbiamo visitato Pogradec, meta piuttosto gettonata tra gli Albanesi e che strizza forte l’occhio agli anni 80. Abbiamo cenato nel ristorante del camping con un ottimo pesce Koran molto simile ad una trota salmonata (N.B. che costa 30 euro al kilo a Pogradec, nel ristorante del camping Lin, 18).

Al mattino siamo partiti per il castello di Bashtove, splendido maniero sconosciuto ai più lungo il fiume Shkumbini, e dopo un pit stop per visitarlo abbiamo proseguito verso Berat.

Berat è la città dalle mille finestre. Suddivisa in due quartieri dal fiume Osum, Mangalemi, con le tipiche case dell’epoca ottomana, e Gorica, l’area meno turistica. Appena arrivati siamo andati a fare un pasto unico all’hotel Antigoni, spettacolare al tramonto vista Mengalemi. abbiamo deciso di alloggiare nella parte alta di Berat all’interno delle mura del castello. Con una prenotazione si può arrivare con la macchina fino alla porta di ingresso, altrimenti diventa più che impegnativo.

Il giorno seguente siamo andati verso sud e la riviera albanese, dopo una sosta a Valona, il tempo di un caffè, abbiamo proseguito per Dhermi. Abbiamo trascorso a Dhermi i successivi tre giorni. Dhermi ci ha conquistato per il suo aspetto da isola deserta. Complice il periodo dell’anno ci siamo ritrovati in due su una spiaggia caraibica, allietati dal rumore del mare e aimè da un cattivissimo rap francese pompato dal bar accanto ai nostri lettini. Abbiamo trascorso a Dhermi 3 giorni, sviluppando ottime abitudini, come mangiare per 18 euro una spettacolare cena di pesce al vicino ristorante Drymades.

Il penultimo giorno abbiamo lasciato la spiaggia caraibica deserta e visitato Syri y Kalter, la sorgente occhio blu, ed Argirocastro per poi rientrare a Tirana.

Syri y Kalter mi ha conquistato per questo aspetto da corso d’acqua di montagna con 50 gradi, l’acqua pare ne faccia 10 di gradi ed è approcciata solo da popoli norreni. Onesto pranzetto lungofiume e in marcia alla volta di Argirocastro.

Ad Argirocastro abbiamo fatto un rapido tour per negozi caratteristici, e scoperto che nel negozio più antico del paese da solo due anni è stato rinvenuto un profondissimo pozzo. Interessante il racconto della signora che, in un perfetto italiano, ci ha fornito ampi dettagli della scoperta.

Abbiamo lasciato Argirocastro alla volta di Kruja che purtroppo non abbiamo mai raggiunto per chiusura della strada principale e gmaps non pervenuto. Peccato.

Rientro a Tirana piuttosto provati, ricerca di un albergo all’ultimo secondo, trovato al 4° tentativo, litigata furiosa con il tipo dell’hotel di Kruja, ma sentimento amarcord di quando non c’erano gli smartphone, sonno profondo e colazione con doppia razione di cetrioli.

Shihemi së shpejti Shqipëri

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